Questo è il breve racconto de il Sologamy di Alessandra, ovvero di un matrimonio con se stessi. Una cerimonia laica con un rito simbolico decisamente originale: “Su Suramentu”.
Perché sposarsi con se stessi? Esiste una motivazione seria per organizzare un matrimonio da Single? In questo articolo vi spiego il motivo per cui, nella mia veste di Celebrante Laica, ho acconsentito a svolgere una Cerimonia Sologamica. Ecco il racconto di una giornata davvero particolare, un matrimonio con se stessi, il Sologamy di Alessandra.
Ho già avuto modo di dare una mia personale interpretazione riguardo al Sologamy, ovvero il “matrimonio in solitaria” qui.
Durante il lockdown ho avuto la fortuna di conoscere e confrontarmi con R.L. un ragazzo gentile e disponibile che mi ha raccontato di lui e delle motivazioni che lo hanno spinto a compiere questa scelta particolare. Guarda caso, le sue non erano certo ragioni frivole e questo mi aveva confermato che ricorrere ad un evento così importante e, per certi aspetti, inevitabile come il matrimonio con se stessi aiuta chi lo compie a creare un cambiamento significativo ed importante della sua vita.
Il video che accompagna queste mie parole, autorizzato gentilmente dalla protagonista, vi consentirà di constatare come alcuni passaggi, anche rituali, possano realmente infondere, alla persona che decide di sposare se stessa, sicurezza nelle proprie potenzialità, emancipazione dal dolore (un dolore a volte anche trascinato per anni senza che giunga ad una fine), progredire nel quotidiano con la consapevolezza che tale gesto non chiuderà le porte agli altri ma, anzi, sarà uno stimolo a potersi rapportare al prossimo con maggior serenità.
Preparare il Sologamy di Alessandra mi ha dato modo di conoscere anche me stessa, confrontandomi con una donna che ha sofferto, tanto, ma che non si è mai data per vinta, anche se quando ci siamo conosciute i graffi dei passati dolori erano ancora presenti. Durante il periodo della costruzione del matrimonio con se stessa, però, ho percepito in lei un forte cambiamento. Prima un precipitare nei ricordi della sofferenza, nel racconto appassionato delle sue esperienze, nella malinconica tristezza delle sue parole. Poi un periodo di affannosa constatazione e consapevolezza di quel che andava organizzando, il realizzare che dentro di lei stava accadendo qualcosa di intimo e ineluttabile che contribuiva anche a crearle momenti altalenanti tra la rabbia per gli eventi passati e la determinazione a non fermarsi e continuare il suo processo di rinascita. Al termine di questo percorso, ovvero il fatidico giorno del suo Sologamy, Alessandra vi è giunta con una tale lucidità e serenità, con uno stato di pacifica consapevolezza e placidità che glielo si leggeva in viso. Era radiosa! E non è un caso se quel raggio di sole sotto la frescura di quella quercia la illuminava. Non era stato solo l’evento in sé a conferirle tale stato di leggerezza ma il cammino fatto per arrivare a quel giorno. E, se posso confessare una cosa poco ortodossa, per me era accaduto un po’ lo stesso come celebrante: anche se non avessi celebrato il rito di Sologamia di Alessandra le emozioni provate per scrivere l’intera cerimonia erano state oltremodo appaganti. Poter entrare così in confidenza con una donna così speciale, colta, intelligente, sensibile e leggere nei suoi occhi verdi divenuti, dopo quell’atto rinnovatore, profondamente cristallini, ha arricchito me e anche Costanza, l’amica silenziosa ma presente e complice che ci è stata accanto in questa bellissima avventura.
Presto vi parlerò del rito simbolico che Alessandra ha scelto per il suo matrimonio in solitaria. Credo che questo mio modesto contributo possa diventare momento di scambio e confronto.
Mi farebbe piacere conoscere il vostro giudizio in merito e, credo, non solo a me…
E’ tutto racchiuso in quella foto, quel fotogramma del video in cui annuso le bacche di lentischio e tengo in mano il mio bouquet, fatto di suoi rami raccolti nel bosco del Supramonte e tenuti assieme dall’anello, la fede sarda in filigrana dorata.
La vita è fatta di attimi, di ricordi che si scolpiscono nella memoria, di dettagli dall’apparenza insignificanti.
L’attimo in cui abbiano dato inizio alla celebrazione del sologamy resterà per me quel gesto di schiacciare tra le dita le bacche di lentischio ed esserne inebriata dall’aroma sprigionato.
Da quel momento tutti i fili della mia vita hanno iniziato a riannodarsi.
L’idea del sologamy è stata di Lucia. Tutto è iniziato sul finire della primavera, con una chiacchierata sul mio desiderio di ritornare in Sardegna a distanza di quindici anni dalla morte del mio compagno, avvocato nuorese o, per meglio dire, barbaricino.
La mia intenzione era di celebrare un commiato in suo onore, nella sua amata terra, la Barbagia.
Ma a noi celebranti laico-umaniste piacciono le cose speciali, mai banali. Così nei mesi a seguire, continuando ad approfondire la mia conoscenza con Lucia, fino a diventare amicizia e poi sfociare nella sorellanza (ma questo è un altro capitolo e ne parlerà la collega-amica-sorella Costanza Colombo che ha condiviso con noi l’esperienza) abbiamo maturato la consapevolezza che stavamo creando qualcosa di unico, di inedito, di irripetibile: il rito del commiato sarebbe stato il preludio al rito del sologamy.
Sposare sé stessi non è una fuga, non è una rinuncia alla coppia, non è un gesto narcisistico. Chi pensa questo vede solo la superficie delle cose, l’esteriorità, la frivolezza.
Chi sceglie di affrontare questo passo scopre che si tratta di un percorso e di un rito di passaggio: è un percorso poiché implica la maturazione di una consapevolezza ed è un passaggio perché dopo non si è più quelli di prima.
Nella mia esperienza è stato fondamentale riflettere sulle motivazioni che mi portavano a questa scelta e il ruolo della celebrate è stato il punto focale.
Lucia ha saputo con tatto, dolcezza e competenza accompagnare questa fase essenziale per la riuscita di quella che diventa una piccola ma vera trasformazione della persona.
Quello che ho apprezzato di più in Lucia è stata la sua autenticità, il suo esserci davvero, non per “fare un lavoro” ma per svolgere un compito che ha risvolti terapeutici e trasformativi.
Se cercate qualcuno che vi faccia un bel discorso e che si limiti a fare delle belle foto, magari da sfoggiare con gli amici, non rivolgetevi a Lucia!
Se desiderate una cerimonia che metta in luce la vostra unicità, le vostre aspirazioni ed il vostro coraggio, allora Lucia è la celebrante che fa per Voi!
Riporto alcuni appunti che ho scritto durante la preparazione al sologamy, dove riflettevo su alcune relazioni “sbagliate” in cui mi ero posta in secondo piano, privilegiando ciò che stava più a cuore all’altro che a me stessa e mettendo a rischio la crescita della coppia.
“La cosa più prolifica è stata, paradossalmente, il termine della relazione. L’aprire nuove opportunità benché con dolore e con fatica.
Se quella relazione non fosse terminata ora avrei un uomo con cui fare dei viaggi, a cui preparare la cena e che cambia le lampadine bruciate in casa ma a cui non importa quello che desidero realizzare né la dimensione della coppia, del ‘Noi condiviso’.
Avrei un alibi, molte distrazioni ed una finta comunanza.
Invece la cosa più preziosa è l’autenticità dei rapporti che si costruiscono fondati sulla consapevolezza e la condivisione di sguardi sulla vita.
L’integrazione delle nostre parti (il nostro lato maschile e quello femminile) e lo sviluppo della coscienza è un percorso individuale che solo al termine può premiare con l’incontro dell’anima gemella (che per me è una parte di noi stessi che abbiamo fatto crescere con l’esercizio dell’Amore e che decidiamo di donare all’Altro).
Non mi interessa l’amore fisico o l’amore intellettuale. Mi interessa l’Amore Immortale”.
Alessandra
Ciao Alessandra, ti ringrazio per le tue parole. E’ uno stimolo a proseguire e crescere. E’ la conferma che il confronto e la condivisione, anche tra colleghe professioniste, riesce a creare profonde amicizie, che sfociano nella cura di noi stesse e di chi ci circonda. Il rito che abbiamo costruito insieme, anche se non ne conoscevi i contenuti letti quel giorno perché volevo farti una sorpresa, ha emozionato profondamente tutte e tre. Grazie a te e Costanza e che questa nostra esperienza possa aiutare tante tante donne a ritrovarsi e rinascere.