Funerale civile o laico umanista
Distaccarsi da chi si è amato con un rito non-religioso, inclusivo e personalizzato
Chi ha scelto il Funerale Civile detto anche Funerale laico umanista, spesso, riconosce che la cerimonia gli ha consentito di iniziare a elaborare il lutto, condividendo con chi conosceva il compianto ricordi, canti, letture, foto….ed anche il suo caratteraccio. Perché non farlo anche dopo il rito religioso? Ritagliarsi del tempo ulteriore per salutare chi abbiamo amato aiuta ad accettarne la scomparsa. Sono a vostra disposizione.
Come funziona il rito funebre laico umanista
Per spiegarvi cos’è un Funerale Civile (o laico umanista), vorrei raccontarvi dell’esperienza relativa alla perdita più grande che ho avuto fino ad ora: mio padre nel 2007. Spesso litigavamo, per via di visioni generazionali differenti, ma lo amavo tantissimo. Nell’ultimo periodo in salute avevamo anche appianato le divergenze, perché si era reso conto che a volte non avevo torto e, anche senza riconoscerlo apertamente, mi faceva capire che approvava con l’azione. Metteva in opera quello che suggerivo io senza fiatare. Era il suo modo di dimostrarmi il suo amore. Mi viene ancora il magone a scrivere di lui… All’ultimo, dipendeva totalmente dalle mie parole e non ascoltava nessun altro che me. Ho imparato da lui cos’è l’umiltà della malattia e l’ho amato ancora di più. Alla fine eravamo quasi solo io e lui, avevo anche accantonato il lavoro per stargli vicino. Poi ha dormito quasi tre giorni, come per prendersi quel riposo che non si era mai concesso in vita, e se né andato. Ero sollevata! Mio padre per me era un eroe, un Highlander e vederlo soffrire così tanto è stato per me devastante. Non era credente e non si è messo a pregare quando gli ho detto che non c’era più nulla da fare. Ai matrimoni restava fuori dalla chiesa a chiacchierare con chi era nei paraggi. Non era uno spirituale, era molto concreto e terreno. Prima di perdere conoscenza, però, ha deciso di volere un funerale in chiesa. Cercava di non arrecarci ulteriori fastidi, lo ha fatto per le sue tre donne ed un bebè che sarebbero restati soli, senza più il capofamiglia. Abbiamo fatto quello che ci ha chiesto ma io non potevo lasciare ad un prete, anche se molto gentile ma che non lo aveva mai conosciuto, il compito di parlare di lui… e allora ho fatto l’unica cosa che mi sembrava giusta.
Ho iniziato con una ricerca tra le foto del passato, recuperando quelle per me più significative o che lo caratterizzassero. Ne ho fatto un collage su un quadro 70×100 di plexiglass inserendo al centro l’ultima foto rubata che gli avevo fatto in ospedale. Mentre dormiva sul fianco teneva sempre le mani una su l’altra. Le sue mani mi hanno colpito: erano rosee e lisce, perfette. Da quando l’ho conosciuto non avevo mai visto le sue mani così. Erano sempre screpolate da calce, cemento e prodotti edili, oltre che callose e macchiate dalla terra. E allora, quando sono intervenuta sull’altare per parlare di lui, gli ho chiesto scusa per avergli rubato quella foto, oltre che a raccontare della sua vita. Mio padre era un compagnone, lavorava fischiettando, aveva sempre il sorriso sulle labbra, amava la vita e le cose semplici, aveva tanti amici che lo amavano.
Avrei voluto fare di più ma non ero a conoscenza della possibilità di fare diversamente. Sarebbe stato bello poter condividere le sue battute, raccontare aneddoti relativi alle sue costruzioni pazze ma geniali, far intervenire gli amici a parlare di lui per conoscerlo attraverso i loro racconti, far suonare la sua tarantella preferita, ma non è stato possibile. In quel periodo ero una donna in carriera e non avevo il tempo e non sapevo come fare un Funerale civile. Ma ora ho la possibilità di aiutare le persone ad elaborare il lutto. Si, perché quel quadro è stato appeso in casa per diverso tempo. Il diario, dove ho scritto gli innumerevoli messaggi di cordoglio arrivati e dove ho incollato i telegrammi e le lettere, arrivate da lontano anche dopo mesi, e che ho poi usato io per continuare a parlargli ogni tanto, è ancora vicino a me. Se ci fosse stata una persona a supportarmi, sarei riuscita a far di più per mio padre. Se lo meritava…
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